Presente in tutto il bacino mediterraneo dal livello del mare fino alla zona montana, il cardo mariano (Silybum marianum L.), è una pianta spinosa appartenente alla famiglia delle Asteraceae (la stessa famiglia botanica del girasole, della camomilla e del carciofo per intenderci).
I cardi selvatici hanno come habitat naturale i campi incolti e i margini delle strade. Crescono in radure erbose e pascoli magri senza bisogno di grossi sforzi idrici. Per il giardinaggio vengono utilizzati i semi raccolti attraverso lo scuotimento dei capolini violacei posti direttamente nel terreno.
A dispetto delle spine coriacee che caratterizzano la pianta, i cardi selvatici trovano spazio nella tradizione gastronomica non solo per la preparazione di squisite ricette, come ad esempio quella dei cardi gratinati alle acciughe, ma anche per essere consumati crudi ad insalata utilizzando le foglie private di spine.
Dalla superficie esterna dei frutti e dai semi del cardo mariano si estrae la silimarina (un complesso di flavonolignani) che protegge il fegato dalle tossine, stimola un enzima che fa da spazzino dei radicali liberi e ha effetti antinfiammatori e antiemorragici. Sono diversi sono gli studi clinici che hanno confermato le proprietà attribuite alla pianta, tanto che il suo utilizzo è stato ufficialmente approvato per il trattamento di disturbi epatobiliari.
Curiosità sul cardo mariano
Il nome attribuito a questa pianta deriva da una tradizione cristiana: le striature biancastre presenti sulle foglie della pianta, stando ad antiche tradizioni popolari religiose, dovrebbero rappresentare il latte di Maria Vergine, perso durante l’allattamento proprio in una vegetazione di cardi, durante il periodo di fuga in Egitto.
E da questo che venne anche indicato, durante il Cinquecento a tutte le madri in allattamento per i suoi principi depurativi.
Il cardo mariano è anche un antico simbolo della cultura celtica: la leggenda narra risalente al XI secolo narra di un gruppo di guerrieri scozzesi che sorprese nel cuore della notte un esercito vichingo norvegese. I vichinghi durante la loro imboscata notturna si tolsero gli stivali per non far rumore ma erroneamente mise un piede nudo sopra un cardo selvatico, le sue grida di dolore svegliarono gli scozzesi, che riuscirono ad organizzare un contrattacco. Da allora viene attribuito all’umile cardo il simbolo di “Guardian Thistle” (cardo protettore) ancora oggi simbolo della Scozia.
Usi in cucina del cardo mariano
Se in antichità questa pianta veniva utilizzata per scopi farmaceutici, durante il corso della storia ha perso il suo valore e il suo utilizzo. Solamente durante gli ultimi anni, grazie anche a nuovi studi scientifici, il cardo sta ritrovando il suo prezioso valore. In cucina, si utilizzano tutte le parti: foglie, fusti, radici, colletto, semi e capolini. Il fusto è generalmente quello più utilizzato, viene raccolto in primavera quando è tenero e dolce. Proprio con il fusto, molto saporito, è possibile preparare minestre, arricchire insalate, pinzimonio o da consumare da soli con maionese.
Un unico contro di questa meravigliosa pianta va attribuito alle sole spine fastidiose durante la pulizia e al momento del raccolto!