La vigoressia, anche conosciuta come bigoressia, è un disturbo del comportamento alimentare caratterizzato da una percezione distorta del proprio corpo. In particolare, la persona che soffre di vigoressia cerca di raggiungere l’aspetto fisico e muscolare perfetto attraverso un’alimentazione molto restrittiva e una preoccupazione eccessiva per l’aspetto fisico. La ricerca del fisico perfetto per chi ne soffre porta a comportamenti ossessivi legati ad una eccessiva attività fisica e alla ricerca incessante di una muscolatura sempre più sviluppata.
Origini della vigoressia e le sue caratteristiche
La vigoressia è un disturbo riconosciuto come tale da pochi decenni. Chi ne soffre pensa di non avere un corpo abbastanza muscoloso o definito anche se già ha un aspetto fisico atletico. Questo tipo di comportamento può essere la conseguenza di pressioni sociali e culturali che portano all’idealizzazione del corpo muscoloso come modello di bellezza soprattutto per il genere maschile, dove la muscolosità rappresenta anche un simbolo di forza e di valore.
Caratteristiche della vigoressia
Chi soffre di questo disturbo presenta le seguenti caratteristiche:
- Allenamento eccessivo: queste persone trascorrono molto tempo (più del normale) in palestra o comunque a fare attività fisica, ignorando però i segnali di affaticamento o il dolore dovuto a lesioni.
- Dieta rigida: seguono una dieta particolarmente rigida e controllata, ricca di proteine. Anche qui ciò che distingue chi segue una dieta e chi ha un disturbo, è l’eccesso. Le persone che ne soffrono hanno una costante preoccupazione di non assumere abbastanza nutrienti o proteine per la crescita muscolare.
- Preoccupazione per il peso e la forma fisica: l’eccessiva ricerca della forma fisica perfetta porta ad essere costantemente preoccupati del proprio aspetto fisico e a continue pesature e misurazioni.
- Distorsione corporea: anche se hanno una forma fisica muscolosa, le persone che soffrono di questo disturbo spesso si percepiscono come esili e poco muscolosi.
- Isolamento sociale: l’eccessiva dedizione all’allenamento, alla cura del corpo e alla dieta porta ad isolarsi socialmente. Le attività della vita quotidiana vengono sacrificate spesso per perseguire ossessivamente l’obbiettivo del corpo perfetto.
- Disturbo dell’umore: l’ansia e la depressione sono spesso presenti nelle persone che soffrono di questo disturbo, perché l’autovalutazione di sé stessi (autostima) è spesso legata al loro aspetto fisico che per loro è insufficiente rispetto ai propri standard (o agli standard della società).
Conseguenze fisiche e psicologiche della vigoressia
La vigoressia porta a conseguenze fisiche e mentali molto negative. L’eccessivo esercizio fisico può portare a lesioni muscolari, ossee e articolari. La dieta rigida e restrittiva può portare a carenze nutrizionali, influenzando negativamente la salute generale. La vigoressia può portare inoltre ad avere una bassa autostima, a disturbi dell’umore, ansia e isolamento sociale.
Diagnosi e trattamento
La diagnosi deve essere svolta da professionisti psicologi, psichiatri e nutrizionisti. Il trattamento viene svolto da un’equipe multidisciplinare che mira a intervenire sia sugli aspetti fisici sia quelli psicologici del disturbo.
Interventi
Alcuni interventi possono essere:
- Psicoterapia cognitivo-comportamentale (CBT): la terapia cognitivo comportamentale aiuta l’esplorazione e la ristrutturazione dei pensieri disfunzionali che a loro volta determinano i comportamenti disfunzionali.
- Supporto nutrizionale: l’aiuto di un nutrizionista può essere fondamentale per sviluppare una dieta equilibrata e che soddisfi i bisogni fisici del paziente. Questo aiuterà anche la persona ad avere un senso di sicurezza, perché sa che sta seguendo una dieta che comunque gli permette di mantenere una certa forma fisica ma senza eccessi o restrizioni.
- Counseling psicologico: è importante lavorare sulla gestione dell’ansia, della depressione e sul disagio dovuto alla solitudine.
- Gruppi di supporto: partecipare a gruppi di supporto può essere un buon aiuto per questo tipo di problematica, perché forniscono un ambiente sicuro ma anche informale per poter condividere le proprie esperienze e sentimenti.
- Coinvolgimento familiare: è importante che anche la famiglia (se si parla di ragazzi) sia coinvolta nel supporto. Questo permette di poter creare una rete di supporto per il paziente e di avere accanto delle persone che hanno le risorse per poterci aiutare.
Cosa fare per combattere la vigoressia
Per combattere questo disturbo è importante lavorare sull’empowerment, ovvero sulla consapevolezza di sé e del controllo delle proprie scelte. Lo sviluppo di questa abilità associata ad una riflessione sulle norme della mascolinità aiuta a promuovere la concezione del corpo come condizione e mezzo necessario per l’esistenza e per la vita stessa. Un particolare strumento che può aiutare in questo senso è il trilemma dell’inclusione. Questo strumento punta alla normalizzazione e alla decostruzione dei miti e delle credenze sull’immagine corporea. Permette di sviluppare una percezione positiva della mascolinità e di creare spazi sicuri per la condivisioni di esperienze personali e per la decostruzione di modelli tradizionalisti e stereotipati.
Prevenzione e consapevolezza della vigoressia
Essere consapevoli del disturbo e della sua origine può essere un punto di partenza per prevenirla. Conoscere i meccanismi alla base del disturbo e allo stesso tempo lavorare per promuovere un’immagine corporea sana può diminuire le pressioni sociali e culturali che contribuiscono allo sviluppo di questi disturbi.
Conclusioni:
La vigoressia è un disturbo che coinvolge sia una percezione distorta della propria immagine corporea, sia l’utilizzo di comportamenti ossessivi legati all’allenamento e alla dieta. È importante diagnosticare e riconoscere precocemente il disturbo per poter attuare un trattamento maggiormente efficace. Il lavoro più grosso però consiste in una ristrutturazione della cultura e della società attraverso un’educazione alle diversità fisiche e promuovendo immagini corporee realistiche.
Bibliografia
Garano, C., Dettori, M., & Barucca, M. (2016). Ortoressia e vigoressia: due nuove forme di fanatismo?. Cognitivismo Clinico, 13(2).
Di Grigoli, A. R. L’irriducibilità dei disturbi alimentari maschili. Uno sguardo pedagogico sull’intersezione tra corporeità, genere e cultura the irreducibility of male eating disorders.
Autore
Nome: Giulia De Mori
Formazione: Laureata in scienze e tecniche psicologiche
Sito web per approfondimenti: www.psicoarea.it